Per la Formula 1 è tempo di nuove proposte rivoluzionarie. Per i fan sta diventando sempre più difficile trovare una stabilità sul piano dei regolamenti.
E’ sempre più complesso comprendere cosa bolle in pentola in un weekend di F1. Accade di frequente che vengano modificati i format, quasi come se il circus fosse diventato un laboratorio sperimentale di proposte. Molte delle quali sono astruse e rischiano di disorientare gli appassionati. Per l’utente occasionale “della domenica” poco cambia, ma per quanto concerne il purista che segue l’attività in pista dell’intero appuntamento sta diventando una situazione paradossale.
Il principio secondo cui i piloti dovrebbero affrontare tre turni di prove libere, qualifiche e gara è stato stravolto con l’arrivo delle Sprint Race nel 2021. All’inizio le gare brevi dovevano essere tre, ma poi sono state aumentate a sei e potrebbero, ulteriormente, crescere in futuro. Per di più il pathos della gara domenicale rischia anche di essere intaccato da questo sistema che anticipa le gesta dei piloti nei GP.
Nel weekend i cavalieri del rischio scenderanno in pista al RB Ring per affrontare il nono appuntamento del calendario di F1. La pista austriaca è stata teatro di alcune collisioni nel corso degli ultimi anni, a causa del traffico nell’ultimo settore. Due anni fa Fernando Alonso ha rischiato di prendere in pieno Sebastian Vettel. Aspetto non marginale per la sicurezza che, all’epoca, gli costò il Q3.
Vi sono tracciati che espongono, maggiormente, i piloti a situazioni di pericolo dettate dal traffico. Con l’evento sprint i rischi raddoppiano. Fernando Alonso ha suggerito un ritorno al sistema di qualificazione one-shot utilizzato tra il 2003 e il 2005. Gli appassionati con qualche ruga ricorderanno il sistema che prevedeva un solo tentativo per segnare il miglior tempo. Il sistema non consentiva errore, tendendo a mescolare ancor più le carte.
Inoltre, secondo il bicampione asturiano, vi sarebbero vantaggi anche televisivi, permettendo di seguire un tentativo di un pilota alla volta. Tutto ciò avrebbe delle ricadute anche economiche, per la felicità degli sponsor inquadrati sulle auto. La sperimentazione del giro veloce singolo darebbe, sicuramente, un brio in più alla qualifica e potrebbe essere sperimentato in un weekend di gara con la Sprint.
Sarebbe l’occasione anche per annullare quei giochi di scia che hanno creato polemiche in passato. Ciascun pilota avrebbe la pista per sé, avendo la pressione di non poter sbagliare. Emergerebbero dei valori di forza diversi? Non ci è dato saperlo, ma i piloti attuali sembrano sempre più coinvolti nelle dinamiche dei format. In Ferrari sono alla ricerca di una via di uscita dai problemi riscontrati sino ad oggi.
Il driver della Ferrari, Carlos Sainz, ha ribadito la sua richiesta ai vertici della F1 di prendere in considerazione la divisione del Q1 in due gruppi, almeno sui tracciati brevi, come già accade in F2 nelle anguste stradine del Principato di Monarco. A molti piloti l’idea non è piaciuta, ma in press conference il figlio del Matador ha annunciato: “La Q3 non è un problema, quindi potrebbero fare solo short track in Q1, magari tagliando il tempo della sessione e facendo otto minuti con un gruppo e otto minuti con un altro gruppo“.
L’idea di Sainz, come riportata su Racefans.net, rappresenterebbe una vera rivoluzione per la categoria regina del Motorsport. Sarebbe, facilmente, intuibile anche per i fan, tuttavia non tutti i piloti credono che le qualifiche one-shot siano la soluzione più opportuna per risolvere il problema del traffico. L’evoluzione della pista, poi, farebbe la differenza, secondo Max Verstappen.
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