Il bollo auto è una delle tasse più “odiate” dagli automobilisti. In particolar modo il famigerato “super bollo”: ma c’è una novità importante
Non ci sono dubbi: il bollo auto è una delle tasse più “odiate” dagli italiani. Una volta si chiamava tassa di circolazione, poi “elevata” a una mera imposta di possesso. In sostanza, chiunque sia intestatario di un veicolo, anche se non marciante, è tenuto a pagare una tassa assua per il solo fatto di possedere un mezzo.
Esistono alcune poche esenzioni, ma è chiaro che l’imposta copre una grandissima fetta di popolazione, e ovviamente chi è in possesso (o comunque intestatario) di più di un veicolo (ad esempio un’auto e uno scooter) dovrà pagare l’imposta per ciascun mezzo. Spesso l’importo del cosiddetto “bollo auto” (anche se ormai non esiste più alcun riscontro fisico al pagamento) è piuttosto sostanzioso. Ad esempio, una vettura 1.6 di cilindrata alimentata a diesel costa poco meno di 230 euro l’anno. La tassa non si può rateizzare e fa capo alla persona: per questo anche se non si è più in possesso del veicolo, bisogna comunque avere i pagamenti in regola relativi agli anni in cui il mezzo era intestato all’utente. Una variante del bollo auto è l’ancor più famigerato “superbollo”, escamotage del governo Monti per introdurre l’ennesima imposta facendo leva sul bollo auto.
Si tratta di un’imposta che va a colpire chi possiede un’auto di grossa cilindrata o un’auto di lusso. Infatti questo bollo “rafforzato” è obbligatorio per chi possiede un veicolo con potenza superiore ai 185 kW. Si paga quindi 20 euro l’anno per ogni kW sopra i 185. La tassa viene poi ridotta a 12 euro a kW dopo 5 anni dall’immatricolazione del veicolo, 6 euro dopo i 10 anni, 3 euro dopo i 15 e non vale più per le vetture di grossa cilindrata con oltre 20 anni di età. Tuttavia, questa imposta sembra destinata a essere cancellata. Il governo Meloni vorrebbe abolirla, anche perché non è un’imposta che porta particolari incassi allo Stato.
Il superbollo è stato inserito tra le “micro-tasse” che vengono pagate solo da una minor percentuale di cittadini e che generano introiti non fondamentali, per non dire trascurabili. Tra queste la tassa sui giochi da bar, quella sulla laurea e sugli esami universitari. Purtroppo, la fine del Superbollo non tocca il classico bollo auto, che rimarrà ancora in vigore nonostante negli anni sia questo che il Superbollo hanno subito tentativi di abolizione, che però non sono mai riusciti.
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