Sembra incredibile ma è tutto, ecco come questi ladri hanno rubato litri e litri di gasolio. Ma ora arriva la pena da scontare.
I prezzi della benzina sono volati davvero alle stelle. I cittadini da mesi ormai lamentano prezzi davvero esorbitanti per le proprie tasche. Ma arrivare addirittura a rubarla? Questa è una cosa che non avremmo mai immaginato.
È una storia difficile da credere, eppure è tutto ambientato a Roma ed è tutto vero. I ladri di benzina hanno davvero sconvolto la capitale.
Inchiesta a Roma, rubati litri di benzina
Partiamo con ordine, dal 2017 al 2020, 2.064 i dipendenti di Ama, la municipalizzata dei rifiuti della Capitale, hanno sottratto diesel e benzina ai mezzi preposti per la raccolta dei rifiuti. Ma come facevano? Semplice, utilizzando la carta prepagata aziendale, su mezzi che in realtà erano fermi in officina.
E quelle che stupisce sono i litri di carburante presi, ben 293.858,19. Una prassi consolidata stando al agli atti dell’inchiesta del pm Carlo Villani. Non tutti però hanno messo le mani sulla stessa quantità: chi è andato oltre i 4mila litri, chi spora i 2000, m c’è anche chi si è fermato a meno di un litro
.E’ stata aperta un’inchiesta e diciotto persone ora rischiano davvero grosso. Inoltre, ce ne sarebbero altre sette, ma queste hanno patteggiato la pena. I furbetti hanno perpetrato per anni il furto, prima di venir pizzicati dalle autorità.
Nomi e numeri: l’inchiesta sui furti di carburante a Roma da parte dei dipendenti Ama
C’è chi ha rubato 4.451 litri, chi ne ha rubati 2.929 e anche chi ha sottratto meno di un litro. È scritto in una relazione inviata sia alla Procura sia alla Corte dei conti e firmata dal consulente tecnico Igor Catania. E dalle carte dell’inchiesta emergono anche i nomi di questi furbetti.
Stefano Cirulli e Massimo Farotti avrebbero prima trovato un accordo con un benzinaio in via Flaminia Nuova e avrebbero messo le mani su 104.161 euro e per 97.381 euro di carburante. Il problema però è che a questa inchiesta se ne aggiunge un’altra con numeri ancora più alta e dove anche i dirigenti potrebbero essere accusati, dato che non hanno controllato la regolarità delle operazioni.
Al vaglio degli inquirenti c’è anche la posizione dei titolari delle pompe di benzina, perché a differenza di quanto stabilito dalla procedura aziendale, non veniva rilasciato lo scontrino con i dettagli del rifornimento. All’inchiesta delle forze dell’ordine va di pari passo quella dell’azienda, che ha già portato a diverse lettere di licenziamento e non saranno certo le ultime, vista la piega che hanno preso i fatti.
Di certo c’è che finalmente è stata scoperchiata un’attività illecita che però all’interno di Ama compivano in molti, visto il numero dei furbetti e che il totale dei dipendenti della municipalizzata sono 7000.