Più che in ogni altra disciplina motoristica, in F1 le gomme ricoprono un ruolo di importanza fondamentale. Ma quanto costano?
Non sorprende certo sapere che una monoposto che compete nel Circus abbia un valore davvero rilevante in termini economici. L’utilizzo di materiali di pregio come la fibra di carbonio e il kevlar, piuttosto che di tecnologie sofisticate per la costruzione della parte elettronica, o la fine aerodinamica molto simile a quella impiegata nei velivoli, rendono le auto di F1 un vero e proprio coacervo di preziosità esclusive, al massimo trasponibili sulle hypercar in vendita a cifre da sei zeri per un’utenza esigente e particolare.
Tra gli elementi che distinguono le vetture da competizione, nello specifico quella della massima serie automobilistica, da tutte le altre, vi sono le gomme. Piuttosto diverse da quelle che siamo abituati a vedere sui veicoli stradali. La differenza sta infatti nell’intaglio, assente in quelle da corsa. Ma vediamo nel dettaglio di cosa parliamo. Basta osservare gli pneumatici della nostra macchina per osservarne la tassellatura. Questa è utile e imprescindibile per affrontare gli spostamenti quotidiani su percorsi dissestati (nelle grandi città il fondo è tutto una buca) e in caso di maltempo. In generale, sole e acqua le “scarpe” che si hanno a disposizione dovranno essere in grado di svolgere la loro funzione.
Diverso il ruolo che ricoprono nella classe regina delle quattro ruote, dove devono garantire la prestazione. Completamente lisce, vengono denominate slick. Da ormai un decennio fornite dalla sola Pirelli si dividono in tre tipologie. Le soft a banda rossa, sfruttate soprattutto in qualifica, poiché la loro costruzione morbida garantisce un’aderenza migliore a beneficio della prestazione velocistica. Le medie, con fascia gialla, utili in gara per coprire un numero di giri superiore a causa della loro maggior resistenza. E le hard bianche, usate su alcuni circuiti dove il degrado è forte. Il loro tipo di costruzione le rende ideali per coprire una certa distanza, a scapito però della performance pura.
Il costruttore milanese offre poi altre due varianti, da montare in caso di pioggia. Le intermedie, perfette per quando il fondo è umido o pioviggina. E le full wet per quando il meteo è a dir poco inclemente.
Bene, completato il quadro complessivo, veniamo al prezzo delle coperture. Qui davvero c’è da impallidire, soprattutto se facciamo il paragone con le nostre. Se noi dal gommista paghiamo tra i 50 e i 75 per ogni pezzo, un treno di gomme di F1, ovvero tutte e quattro, vengono non meno di 1500 euro.
Considerato che i set messi a disposizione sono 18. La spesa per ogni gran premio è di 27.000 euro. In un campionato come quello in corso che prevede 22 eventi si sfiorano i 600.000 euro annuali per squadra. E’ chiaro che con certe somme da tirare fuori, i team più piccoli soffrano. D’altronde le gomme sono indispensabili e in regime di budget cap, ovvero del tetto di spesa variabile, si rischia di dover tagliare gli aggiornamenti da apportare sul veicolo.
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