La Mini ha una fama che parte veramente da lontano, adesso però sorprende per ben altri motivi. Non solo per il prezzo.
La Mini è un’automobile molto famosa, rinomata e conosciuta in tutto il mondo. Ormai sono decenni che la vettura in questione ha portato avanti un progetto di straordinario successo. Il brand inglese nacque inizialmente per un’auto specifica chiamata Morris Mini Minor, lanciata dalla BMC nel 1959 e rimasta in produzione fino al 2000.
Il marchio in questione è ormai una delle più grandi chicche presenti all’interno del mercato dell’automobilismo odierno. A testimonianza di ciò, si è visto qualcosa di simile anche in Cina di recente. Questa volta però non parliamo affatto di una copia o di un clone di qualsivoglia tipologia. E, soprattutto, lascia a bocca aperta anche il valore di mercato di tale automobile. Scopriamo allora qualcosa in più a riguardo di quel che pare essere un gioiello a tutto tondo…e, in un certo senso, anche singolare nella sua particoalrità.
Mini cinese: nessun clone stavolta
La Cina, soprattutto di recente, ha davvero investito tantissimi soldi e tempo per la produzione di automobili. Vale anche per questa sorta di “Mini cinese”, che però gli è soltanto di somiglianza; infatti non è una Mini, bensì una Lifan 320. Non è minimamente la copia di alcuna autovettura europea. Tuttavia non si può nascondere che le somiglianze con i modelli occidentali ci siano eccome, che però riguardano solo la tipologia e la forma della quattro ruote orientale in questione.
L’auto può ospitare fino a cinque persone e detiene una velocità massima di 155 chilometri orari. Il motore è un 4 cilindri 1,3 litri da 16V. I consumi si attestano sui 4 litri ogni 100 chilometri, il che è davvero ottimale. L’auto è lunga quasi quattro metri, larga 1,6 e alta 1,4. Per quanto riguarda l’approdo sul mercato dell’automotive, la Lifan 320 è prevista al momento solo in Cina e per il mese di agosto che deve ancora arrivare.
Il prezzo sarà di circa 4600 euro, per quello che è già un veicolo molto richiesto e atteso. Difficile, molto difficile dire se si tratta di una svolta per quanto riguarda l’automotive cinese. Ma può essere un buon modo per togliersi la nomea di dosso di “Paese-copia”, che ha avuto per davvero troppi anni e che in parte continua ancora ad avere. Vedremo se la risposta del pubblico sarà estremamente positiva o, al contrario, estremamente negativa. Vedremo soltanto vivendo il futuro se tale cambiamento avverà davvero.