Ayrton Senna alla Ferrari, Todt svela un retroscena: ora sappiamo perchè non è accaduto. Il fenomeno brasiliano era una precisa volontà dell’Avvocato Agnelli
Dopo aver conquistato i tre titoli mondiali con la McLaren, Senna passò alla Williams, considerata da tutti la vettura migliore nei primi anni ’90. Il suo futuro era però in Rosso, come confermato anche dall’ex presidente della FIA.
Per molti è stato il più grande interprete della storia della Formula 1. Si perchè i numeri spiegano molto ma non tutto in ambito sportivo. La passione del pubblico, l’amore che i fan hanno mostrato per lui sono un riconoscimento più grande dei “soli” tre titoli mondiali. Ayrton Senna ha saputo trascinare un popolo, come quello brasiliano, oltre ogni tristezza. Ha regalato gioie che solo il calcio ha saputo dare ai verdeoro.
La sua storia professionale si è legata a doppio filo alla McLaren, con cui ha conquistato il campionato nel 1988, nel 1990 e nel 1991. I sue duelli con Prost sono entrati nella leggenda, come in quel di Suzuka (una delle immagini più riconoscibili della storia della F1).
Poi, quando la Williams iniziò ad avere la macchina migliore, consentendo a Mansell prima e Prost poi, di dominare il Mondiale nel 1992 e nel 1993, qualcosa è cambiato. Ayrton voleva incrementare i propri successi e per questo decise di lasciare il team di Woking per abbracciare l’altro progetto inglese.
Come più volte dichiarato da diversi addetti ai lavori dell’epoca, Senna si era anche promesso alla Ferrari. A Maranello erano sicuri di accaparrarsi i servigi del fenomeno brasiliano a partire dal 1995. Tempo di vincere il quarto alloro con la Williams e la cosa si sarebbe realizzata (con colpevole ritardo). L’Avvocato Gianni Agnelli desiderava un colpo del genere per incrementare la popolarità del team e aveva dato mandato a Montezemolo di chiudere.
A parlare di quanto successe in quel periodo è stato Jean Todt, divenuto manager della Rossa nel 1993 (fino al 2007). In un intervista a beIN Sports, l’ex presidente della FIA ha dichiarato:
“Poche settimane dopo il mio arrivo alla Ferrari ho incontrato Senna durante il fine settimana di Monza, all’hotel sul Lago di Como in cui alloggiavamo. Gli ho proposto di venire nel 1995, lui spingeva per il 1994. Ma avevamo già due piloti sotto contratto, Alesi e Berger, quindi non abbiamo potuto accontentarlo”.
Nonostante la tentazione fosse grande di accontentarlo subito, Todt preferì rispettare il contratto con i suoi piloti. “Senna non voleva arrendersi, diceva che i contratti non contano in Formula 1. Io gli dissi che per me invece andavano rispettati. Gli offrimmo un contratto per il 1995, ma sappiamo cosa poi è accaduto (la morte di Ayrton nel GP di Imola del 1994)”, spiega Todt.
Poi il manager francese aggiunge: “Volevamo un pilota di punta per non avere più alibi. Per questo poi prendemmo Michael (Schumacher, ndr)”.
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