Comprare un’auto come questa è un rischio, non tanto per la qualità costruttiva del marchio che è sicuramente eccellente ma bensì per un piccolo difetto che può costarvi soldi, tempo e rabbia. Ecco a quali ci riferiamo.
Una nota casa europea – no, stavolta non siamo in America con Tesla – sta avendo grossi problemi con una tecnologia sperimentale. Il danno è grave, le riparazioni costano ed il proprietario potrebbe dunque rimanere a piedi per un periodo molto lungo di tempo. Vediamo cosa è successo e come la casa produttrice intende risolvere la situazione modificando questo grave problema.
Restare senza la propria auto, specie se succede di punto in bianco e non perchè progettavate già da tempo di portarla dal meccanico, può essere un’esperienza traumatica, anche perchè non è detto che il servizio assistenza della vostra casa di fiducia possa darvi subito un’auto di cortesia. E magari, da un potente Cayenne vi trovate a guidare una striminzita Smart: potrebbe succedere.
In ogni caso, le auto di oggi devono essere sempre più affidabili per soddisfare le richieste esigenti di una clientela sempre più impegnata e che necessita del proprio veicolo per andare a lavoro, per prendere i figli a scuola e per fare la spesa, tutte mansioni che solo in pochi casi si possono smaltire utilizzando i mezzi pubblici o andando a piedi. Queste auto purtroppo non stanno dando buona prova di loro: ma perchè, cosa succede tutto insieme?
La casa protagonista di questa brutta situazione, che sta interessando svariati modelli, è proprio Citroen. Uno dei brand francesi più importanti, che anche in Italia vende centinaia di migliaia di auto ogni anno. Ora, come molte altre automobili, i modelli Citroen utilizzano da qualche anno un particolare additivo per il carburante che riesce a ridurre le emissioni delle vetture interessate.
Parliamo delle Euro 6 prodotte prima del 2018, vetture come la C2, la C4 e la piccola e sportiva DS3 che sono tuttora molto diffuse nel nostro paese: cosa succede quando i propulsori Citroen vengono in contatto con questo additivo? A quanto pare, la stampa sta registrando diversi casi di reazioni molto negative all’impiego di questa sostanza che solitamente funziona senza nessun problema sia sulle Citroen che su altre vetture di marchi diversi.
Il difetto di costruzione si presenterebbe dopo aver percorso più o meno 50.000 chilometri con l’auto. Che, stando ai dati, potrebbe essere una qualsiasi versione della C3 o C4 prodotta prima del 2018, in cui è stato abitualmente utilizzato l’additivo AdBlue con l’intento positivo di ridurre le emissioni nocive. La casa – riportano alcune testate – ha riconosciuto il problema e sta operando per riparare tutte le auto che hanno subito problemi al serbatoio per causa di questo guasto.
Ma perchè in questi propulsori l’AdBlue causa così tanti problemi? A quanto pare, per una progettazione non ottimale del serbatoio per la benzina di questi modelli. Il liquido tende a cristallizzare nel serbatoio causando problemi di alimentazione che rendono impossibile l’accensione del motore, lasciando a piedi i proprietari. Un problema grave, considerando che nonostante gli sforzi della casa, possono servire anche due mesi per riavere la vettura funzionante.
Non è tutto, però. Perchè il difetto costerebbe riparazioni di ben 1.200 Euro ai proprietari che si sono trovati di fronte a questo problema e che stanno pensando di chiedere a Citroen di risarcire le spese di riparazione. Dal canto suo, il marchio francese promette di non abbandonare i suoi clienti: “Per evitare un guasto, fissa subito un appuntamento con l’officina Citroen più vicina alla tua posizione”, avverte un banner sul sito della casa.
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