Un lutto ha cambiato per sempre la storia della Ferrari. Il retroscena segreto dietro alla leggenda della scuderia.
E’ tra i simboli più famosi al mondo, nel tempo diventato emblema di eccellenza e stile. Quando si parla di “cavallino rampante” non possono che venire in mente decenni di storia e di una leggenda, quella della Ferrari, che ha portato Maranello, paesino in provincia di Modena, a diventare una delle capitali indiscusse dei motori. I modelli Ferrari sono dal 1947 semplicemente il meglio che si possa avere quando si tratta di motori.
Il cavallino rampante è ormai riconosciuto in tutto il mondo come simbolo della rossa, parte integrante dell’identità e dell’essenza dell’azienda fondata da Enzo Ferrari. Ma conoscete le origini di questo iconico logo?
La Ferrari e il cavallino rampante, la storia segreta del leggendario stemma
In origine, il cavallino era il simbolo personale dell’aviatore romagnolo che ha combattuto nella prima guerra mondiale Francesco Baracca. L’emblema veniva dipinto su tutti i suoi veivoli ed è tratto dallo stemma del II° Reggimento Piemonte Reale Cavalleria, di cui faceva parte. Inizialmente era di colore rosso, e aveva una coda abbassata. Dopo la morte del Maggiore, però, in segno di lutto i compagni della sua squadriglia decisero di cambiarne il colore in nero.
Lo stemma finì nelle mani della madre di Francesco Baracca, la contessa Paolina, che dopo aver incontrato Enzo Ferrari nel 1923 gli ha donato il cavallino rampante come portafortuna. L’emblema fu usato per la prima volta come segno distintivo della scuderia solo 10 anni più tardi, nel 1932 alla 24 ore di Spa in Belgio. L’Alfa Romeo della scuderia Ferrari vinse la corsa ed entrò nella leggenda. Sulla macchina spiccava un cavallino nero, che a differenza di quello originale aveva una coda all’insù come richiesto da Enzo Ferrari, con campo giallo: il colore di Modena. Non manca neanche il tricolore, ad indicare la nazionalità. Si trattava di un disegno progettato dall’Ufficio tecnico della Ferrari sulla base della bozza data dalla contessa Baracca ad Enzo Ferrari. Nasce ufficialmente lo stemma Ferrari.
L’emblema comparve come marco vero e proprio sul cofano della vettura nel 1947, era la Ferrari 125 di Franco Cortese, che la utilizzò per il suo esordio sul circuito di Piacenza. Si decise proprio con lo scudetto Ferrari, caratterizzato sempre dallo scudetto con le iniziali SF (scuderia Ferrari), di distinguere le vetture ufficiali da quelle invece di proprietà dei clienti (dove lo stemma compare tutt’ora senza iniziali SF). Nel 1952, lo scudetto della Scuderia Ferrari venne utilizzato in via definitiva sulle Ferrari 500 F2 iscritte al Gran Premio di Siracusa.
Da allora, il cavallino rampante è diventato uno dei simboli più riconoscibili e identificativi al mondo. La Ferrari e il cavallino sono un binomio indissolubile. Tutto a partire da Baracca e da un “portafortuna” che si è trasformato davvero in una miniera d’oro.