Chiamata sprezzantemente la “Ferrari per poveri” adesso quest’auto si prende la sua rivincita. Infatti, è rara e ricercata, soprattutto in questa speciale versione che non tutti conoscono. Arriviamo al dunque e vediamola.
Soltanto marchi come Ferrari possono essere realmente presi come metro di paragone per altre automobili costruite da brand differenti: è successo anche con questa macchina, sicuramente molto bella ma forse un po’ sottovalutata dalla critica dell’epoca, anche perchè il marchio che l’ha prodotta sarebbe fallito di lì a poco. La conoscevamo ma non sapevamo esistesse questa versione ancora più esclusiva.
Ogni settore di mercato ha il suo marchio intoccabile che viene usato come metro di paragone, quel brand con una tale reputazione – a volte meritata e a volte meno – che non viene scalfita da anni ed anni di lotta con la concorrenza, anzi, bensì gonfiata anche grazie al marketing. Ottimi esempi, sono l’Adidas e la Nike nel mondo dell’abbigliamento, la Rolex nel mondo degli orologi e la Ferrari in quello dell’automotive, dato che il Cavallino è noto anche a chi non ama le auto, di solito.
Quando un marchio è così iconico è fatale dovertici confrontare anche se sei una ditta che solo per puro caso ha prodotto una vettura che somiglia vagamente ad un famoso modello del brand di Maranello tanti anni prima. Successe esattamente questo con uno degli ultimi modelli rilevanti di un marchio che, purtroppo, ha fatto una fine tristissima dopo il tracollo della British Leyland.
Prima di sciogliersi come neve al sole sotto la pesantissima concorrenza giapponese e di altre case europee negli anni ottanta e novanta la British Leyland era la più importante azienda britannica a produrre automobili potendo vantare nel suo cartello marchi come Austin, Morris e Rover. Proprio quest’ultimo nel 1976 avrebbe presentato una delle più interessanti berline di fascia alta del periodo, un’auto che a BMW e Mercedes non aveva proprio niente da invidiare.
Nonostante qualche brutta recensione a causa di presunti problemi di affidabilità, la Rover SD1 del marchio ormai scomparso risultò una delle auto più importanti del brand restando per ben dieci anni sul mercato. Si trattava di una bella quattro porte con una linea interessante che qualche maligno avrebbe giudicato come un plagio consapevole della Ferrari Daytona. E proprio da qui, i britannici si sarebbero scatenati con il loro humor tipico chiamandola “la Ferrari del poveraccio” ingiustamente.
In realtà, battute a parte, la Rover SD1 era un’auto più che discreta ed in realtà, la linea spigolosa della vettura ideata dai progettisti della British Leyland era in perfetto stile anni settanta. A quei tempi, impazzava la moda del brutalismo quindi non ci sono davvero prove che l’estetica dell’auto abbia tratto in qualche modo ispirazione da quello della Rossa italiana.
In quegli anni, la BL si affidò a molti carrozzieri particolari per rendere uniche le sue vetture come la famosa e storica ditta Vanden Plas che avrebbe addirittura allestito una versione speciale della Allegro di Austin: anche la SD1, essendo una delle vetture più famose del marchio, non “scampo” a questo tipo di intervento estetico. La vettura in questione differiva dal modello base perchè aveva tutti gli optional montati direttamente di serie e interni in pelle molto più lussuosi.
Ad oggi, i modelli della Vanden Plas sono rarissimi. Questa SD1 allestita dal carrozziere olandese per esempio è arrivata quasi intatta ai giorni nostri e ciò la rende ambita dai collezionisti britannici: la base d’asta parte dalla bellezza di 15.000 Euro, non esattamente pochi per un mezzo che ha più di quarant’anni. Con uno zero in più, il paragone con la supercar italiana sarebbe molto più calzante.
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