Pochi sanno che Alfa Romeo negli anni ottanta fece un tentativo di inserirsi in uno dei campionati più difficili e pericolosi della storia del Motorsport. Alla fine, il progetto rimase segreto. Almeno, fino ai giorni nostri.
Shh! E’ un segreto! Questo progetto di Alfa Romeo sospeso per motivi mai davvero chiari ha finito per sprofondare nell’oblio fino ai giorni nostri. Se lo meritava davvero? Ecco il coraggioso tentativo di cambiare il corso della storia della WRC con un’auto bella quanto problematica. Date il benvenuto alla Alfa Sprint, la vettura da rally che il mondo non ha mai conosciuto.
Un mondo complicato
Quali sono secondo voi le competizioni automobilistiche più pericolose di sempre? Oltre la famigerata TT dell’Isola di Man che però vede solo motocicli come partecipanti, abbiamo la NASCAR americana e la Formula Uno negli anni settanta che segnarono un tragico record di incidenti fortunatamente molto rari, ad oggi. Ma poche competizioni sono state così pericolose da costringere la FIA a chiuderle per sempre.
Negli anni ottanta, la WRC con le regole del Gruppo B contribuì alla nascita di vetture stradali impressionanti come la Lancia Delta Integrale o la Audi Quattro. Allo stesso tempo però, la presenza di auto così potenti su tracciati così dissestati causò una sequela di incidenti che portò all’abolizione della competizione le cui regole cambiarono radicalmente dal 1987 in poi. Pensate che per poco, Alfa Romeo non ha preso parte a questa competizione!
Un modello controverso
Ebbene si: consultando l’elenco delle automobili progettate appositamente per il Gruppo B prima che fosse abolito sulla nota enciclopedia online Wikipedia vi accorgerete che compare anche una Alfa Romeo. Non ci risulta però che il Biscione abbia mai preso parte alla competizione: non ci sono foto né video di questa presunta auto da rally chiamata Alfa Romeo Sprint 6C che però è realmente esistita almeno come progetto.
Ideata alla fine del 1980, la Sprint 6C si può considerare a tutti gli effetti un canto del cigno della casa italiana che solo sei anni più tardi sarà assorbita dal Gruppo Fiat dopo pesanti difficoltà economiche causate in parte anche dal fiasco della terribile Arna, forse la peggior Alfa di sempre. In un periodo in cui gareggiava anche in Formula Uno non è così assurdo che Alfa Romeo abbia tentato l’assalto anche al Gruppo B: purtroppo la storia non finisce con la giusta gloria…
I fans? Delusi…
Il progetto della Sprint vede la luce nell’Ottobre del 1982 con la presentazione ufficiale del prototipo al Salone di Parigi: i fans e i fotografi impazziscono, immortalando a ripetizione l’auto sia in questa occasione che al suo primo test ufficiale sul noto Circuito di Monza poco tempo dopo. Basata sull’Alfasud, auto molto bella ma problematica, la Sprint 6C vanta un motore V6 da 160 cavalli nella versione stradale che la spinge a 215 chilometri orari e stacca lo 0-100 in circa sette secondi.
Le difficili condizioni economiche in cui versa il marchio però spingono i dirigenti del Biscione a prendere una decisione drastica: ci sono i nuovi modelli da immettere sul mercato e la scuderia di Formula Uno che assorbe già molte risorse. Al progetto Sprint vengono bloccati i fondi quando l’auto è stata già prodotta in soli due esemplari e mentre alcuni clienti si informano già presso gli autosaloni del marchio per prenotare la versione stradale dell’auto.
Alfa avrebbe potuto ottenere qualche risultato nel Gruppo B con questa vettura? Difficile dirlo, specialmente perchè non sappiamo nulla sulle statistiche tecniche della versione WRC dell’auto. C’è anche da dire che con la soppressione del Gruppo B nel 1987, il marchio avrebbe rischiato di sprecare solo denaro producendo un’auto che di lì a cinque anni sarebbe andata forzatamente in pensione.